Benvenuti in Rebagliati Enrica Silvia Chiara

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FAQ implantologia

1. Quanto tempo ci vuole?
I tempi di attesa per sostituire un dente con un impianto prevedono l’attesa dei tempi di guarigione biologici, minimo 3 mesi dall’estrazione del dente e minimo tre mesi prima di poter caricare l’impianto. Il rispetto dei normali processi di guarigione fa si che non si introducano nel piano di trattamento fattori di rischio se evitabili. Esistono tuttavia delle eccezioni che derogano a queste attese, si parla di impianti post estrattivi quando la conformazione dell’alveolo post estrattivo garantisce la stabilità primaria dell’impianto inserito nella stessa seduta.

2. Si parla tanto di carico immediato, quando si può fare?
la stabilità primaria dell’impianto al momento dell’inserimento è fondamentale per l’instaurarsi dei processi di guarigione. Quando si decide di caricare immediatamente degli impianti è bene che questi siano tra loro solidarizzati (uniti), meglio ancora con una struttura metallica in modo da non consentire anche durante il periodo in cui si porta il provvisorio che non ci sia neanche il minimo micromovimento. La condizione ideale per eseguire un carico immediato è quindi il caso in cui si posizionino più impianti (4-6) per il ripristino morfo-funzionale di un’intera arcata. Può capitare che in particolari condizioni di osso favorevole si possa eseguire un carico immediato anche su di un dente singolo frontale, permettendo di ripristinare l’estetica del paziente con un provvisorio fisso.


















3. La mia amica ha avuto il rigetto di tutti gli impianti, corro lo stesso rischio?
è assolutamente improprio parlare di rigetto, essendo il titanio un materiale completamente inerte dal punto di vista immunologico. Un fallimento precoce di un impianto, nell’arco dei primi mesi è sicuramente riconducibile ad una mancata osteointegrazione, causata per esempio dal surriscaldamento eccessivo del tessuto osseo durante la fase chirurgica, oppure da una stabilità primaria non ottimale dovuta a osso troppo “morbido” od ancora in caso di carico immediato, a lievissimi micromovimenti della protesi provvisoria che possono causare la mancata osteointegrazione. Anche se spiacevole un fallimento di un impianto in un paziente che sia stato ritenuto precedentemente idoneo alla terapia comporta solo il tempo di attesa per la guarigione del sito e un nuovo impianto può essere posizionato in sostituzione dell’impianto perso.

4. Sentirò male?
Come tutte le procedure chirurgiche, l’implantologia genera un po’ di ansia nei pazienti. In realtà un’efficace anestesia consente di rendere tale procedura assolutamente indolore. Anche il post operatorio è ben controllato con terapia antalgica ed antinfiammatoria… solitamente i disagi dopo l’inserimento di un impianto sono addirittura inferiori rispetto al post operatorio dell’estrazione che l’ha preceduto….

5. Quali sono le controindicazioni alla terapia implantare?
In generale possono sottoporsi a terapia implantare tutti i pazienti in buone condizioni di salute generale o portatori di patologie croniche ma ben compensate, quali ad esempio l’ipertensione o il diabete. Molto discussa è oggi la possibilità di eseguire procedure chirurgiche in pazienti che assumano farmaci per la cura dell’osteoporosi facenti parte della famiglia dei Bifosfonati. Questi farmaci possono predisporre i pazienti ad una complicanza denominata OSTEONECROSI DEI MASCELLARI, in relazione alla molecola utilizzata, alla via di somministrazione e alla durata della terapia. Proprio per non incorrere in rischi evitabili è molto importante eseguire le cure necessarie (estrazioni e riabilitazione implantare) prima di cominciare il trattamento con Bifosfonati.

6. Quanto durano gli impianti?
Se ben mantenuti non esiste una scadenza per gli impianti. Tuttavia essi possono soffrie degli stessi processi di riassorbimento osseo che nei denti caratterizzano la parodontite, ed in questo caso si parla di perimplantite. Fattori fortemente associati alle perimplantiti sono un’igiene orale non ottimale ed il fumo. Nei pazienti fumatori la prevalenza della perimplantite è nettamente più elevata rispetto ai non fumatori e seppur trattabile quando individuata precocemente è sicuramente un evento negativo. Se non individuata e non trattata la perimplantite porta inesorabilmente alla perdita dell’impianto. Dopo aver investito tempo, denaro e disagi per la propria salute orale dopo una riabilitazione implanto supportata il mantenimento a lungo termine della salute orale è un’altro ottimo motivo per non fumare!
Inoltre tutti i pazienti che abbiano ricevuto una riabilitazione implantare devono essere periodicamente sottoporsi ad igiene professionale, per prevenire l’instaurarsi di anche minimi processi di flogosi.
Cedimenti della componentistica implantare possono verificarsi ma non compromettono la stabilità dell’impianto, sono di solito gestiti con la sostituzione od il rifacimento delle porzioni più coronali del complesso impianto-moncone-capsula.