Benvenuti in Rebagliati Enrica Silvia Chiara

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Endodonzia

È la specialità che si occupa della cura dell’endodonto, ossia dello spazio tridimensionale che contiene la polpa dentale, composta da vasi e nervi dentali.
La camera pulpare è una camera sterile ma se la sterilità viene meno per la presenza di batteri (carie, ma anche fratture corono/radicolari, incrinature, grosse infezioni parodontali) o in generale la polpa è sottoposta ad un insulto quale ad esempio la preparazione protesica o trauma, vasi e nervi del dente vanno incontro ad infiammazione (iperemia). La fase di iperemia ed in seguito di pulpite acuta generano una sensibilità al freddo insopportabile per il paziente e sono un segno molto indicativo dell’evoluzione del processo verso la necrosi pulpare (perdita di vitalità). Eseguendo in questa fase il trattamento endodontico si solleva immediatamente il paziente dal dolore acuto. Se non viene eseguita la terapia endodontica invece l’evoluzione è inesorabilmente la necrosi pulpare. I prodotti di putrefazione della polpa generano quindi un’infezione periapicale che se acuta corrisponde al classico ascesso (parodontite periapicale acuta). Si parla invece di granuloma quando l’infezione periapicale si cronicizza, spesso non dà segno di sé e viene scoperto a controlli radiografici, al di sotto di denti che non siano stati curati o che abbiano subito trattamenti canalari con tecniche poco all’avanguardia.
Le moderne tecniche endodontiche infatti si avvalgono di strumenti canalari al nichel titanio, utilizzati ad una velocità adeguata che ottimizza le caratteristiche di super elasticità della lega. Essi sono in grado di seguire le curve canalari anche più estreme e di conferire ai canali la giusta conicità per essere sigillati. Laddove gli strumenti siano troppo grandi per raggiungere il complesso sistema canalare apicale, con canali laterali e molteplici vie di uscita, gli irriganti canalari (tra i quali ipoclorito di sodio ed EDTA) dissolvono la parte restante di materiale organico ed inorganico. Diga di gomma, rilevatore elettronico d’apice ed ingranditori sono altresì strumenti fondamentali per un’endodonzia moderna.


Il miglior metodo per sigillare i canali radicolari trattati è l’utilizzo di guttaperca calda, veicolata da carrier o compressa con apposite punte scaldate fino a pochi millimetri dall’apice: viene così meno lo spazio vitale per la proliferazione batterica.
I controlli radiografici eseguiti a distanza di 4-6 mesi ci danno la verifica del successo della terapia endodontica.
La bravura del clinico tuttavia si vede soprattutto nei ritrattamenti di terapie canalari precedenti, magari datate od un po’ maldestre, che non siano affidabili per una riabilitazione protesica o che abbiano dato origine a granulomi. La difficoltà maggiore sta nel superare l’ostacolo ove il trattamento precedente si è fermato, superarlo e sigillare anche laddove l’anatomia del canale radicolare precedente sia stata alterata. Se l’infezione regredisce è sempre preferibile mantenere un elemento naturale (il proprio dente) piuttosto che affrettarsi a sostituirlo con un impianto…